“Il primo incontro con il metodo montessoriano avvenuto nel 2008 non si è rivelato immediatamente in sintonia con il nostro approccio educativo mettendo in crisi e in discussione il nostro pensiero, progetto ed operato educativo, non riuscivamo a riconoscere e fare nostri alcuni valori e pratiche pedagogiche a causa di stereotipi ereditati da anni di educazione direttiva.
E’ stato faticoso riconoscere: come brava un’educatrice seduta su una poltrona o in disparte mentre i bambini giocano o si relazionano, bello e funzionale un ambiente apparentemente spoglio e troppo ordinato ed inoltre che la crescita del bambino fosse non lineare e cadenzata da passaggi di sviluppo obbligati. Ma superate le sovrastrutture mentali ci siamo liberate dai vecchi modelli educativi e come una rivelazione abbiamo visto il bambino con occhi nuovi, come se per anni avessimo usato gli occhiali sbagliati.
E così l’educatrice sulla poltrona è diventata un’educatrice attenta e in ascolto, l’ambiente spoglio uno spazio pensato ed ordinato in cui il bambino può muoversi libero di scegliere e di apprendere e lo sviluppo del bambino è contraddistinto dalla sua unicità, dai suoi tempi e dalla sua storia personale.
Era ovviamente più facile pianificare il lavoro e fare in modo che tutto, soprattutto bambini, seguissero gli obiettivi prestabiliti offrendo a noi adulti sicurezza e controllo, ma con il permanere di questo atteggiamento il bambino sarebbe rimasto in una posizione di secondo piano.
L’incontro con il pensiero montessoriano non è solo stato un cammino pieno di prove e difficoltà, i giusti occhiali indossati ci hanno offerto la gioia di svelarci il vero bambino, il bambino maestro “colui che rinchiude il segreto dell’umanità”, è una “persona” sapiente e capace a cui noi adulti dobbiamo rivolgerci con rispetto ed attenzione.”
Intervento della coordinatrice pedagogica Fioroni Barbara nel Convegno “Il bambino Maestro”